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I musulmani alla scoperta dell'Europa

Bernard Lewis

BUR - 2005



Dalla quarta di copertina del libro:

Bernard Lewis ci racconta la Storia come non era ancora stata nar­rata, studiandola e analizzandola dal punto di vista islamico. Così gli europei non sono più gli esploratori di terre remote e selvagge, bensì gli esotici barbari oggetto di scoperta e di studio da parte di osser­vatori provenienti dalle terre dell’Islam.

L’immagine dell’Europa cambia quindi radicalmente riaffiorando qua­si irriconoscibile ai nostri occhi dalle opere della cultura musulmana. Un’Europa che nel Medioevo appariva arretrata e incivile, ma che nei secoli seguenti, segnati dal progresso scientifico e dall’evoluzione politica e sociale, diventa sempre più lontana e incomprensibile.

Con una precisa, dotta e spesso divertente perlustrazione dei fatti dal VII fino al XIX secolo, Lewis propone un sorprendente e innovativo rovesciamento di prospettiva e ci offre, in questo testo diventato ormai un classico, uno spaccato completo della storia europea filtrata dai luoghi comuni più abusati.

BERNARD LEWIS, professore emerito a Princeton, è considerato oggi il più autorevole esperto di storia mediorientale.

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Sono stato indotto alla lettura di questo libro dall'accenno che ne dà Franco Cardini nella premessa del suo "Europa e Islam. Storia di un malinteso", Laterza, 2001. Acquistarlo non è stato facile perché l'opera non è più in catalogo, e secondo me è un vero peccato. Alla fine però sono riuscito a trovarne su internet una copia usata.

Ho trascorso gran parte della mia vita sopra i libri, ma non mi era mai capitato di leggere una quarta di copertina che mettesse fuori strada il lettore. Chi ha scritto questa infatti si è lasciato prendere dall'entusiasmo: volendo a tutti i costi ribaltare l'opinione secondo la quale noi europei amiamo immaginarci come "esploratori di terre remote e selvagge", afferma che invece per gli islamici noi siamo esotici barbari, "oggetto di scoperta e di studio da parte loro".

Questa affermazione è vera solo per metà cioè per quella secondo la quale gli islamici ci consideravano "esotici barbari". È invece assolutamente falso che loro desiderassero scoprirci e studiarci. Bernard Lewis ripete fino alla noia quanto gli islamici ci disprezzassero e ci considerassero non degni d'interesse. Al punto che si rifiutavano di imparare le nostre lingue e, quando erano proprio costretti a comunicare con noi, ricorrevano a traduttori o interpreti cristiani oppure ebrei convertiti all'Islam.

Questo atteggiamento è durato per più di mille anni e ha cominciato a modificarsi solo in epoca moderna, quando i musulmani sono stati costretti (quindi non per seguire una vocazione) a interessarsi alla nostra cultura, specialmente quella militare e scientifica, per non soccombere nel confronto con gli europei. Non è la mia opinione che conterebbe meno di niente. Ecco infatti cosa scrive Lewis a pag. 383:

"Nel corso della prima metà del XIX secolo, il rivolo degli scopritori (nota mia: si riferisce agli islamici) diventò una fiumana: l'Europa ormai non si presentava più come un mondo in attesa di essere scoperto dall'esploratore musulmano, bensì invadeva a sua volta le terre dei musulmani e stabiliva un nuovo tipo di rapporto di base, al quale il mondo islamico si adatterà solo dopo lungo tempo e che non accetterà mai fino in fondo".

La frase che ho scritto in grassetto dovrebbe essere letta e meditata da tutti gli occidentali che oggi cercano di attribuire la responsabilità del terrorismo islamista al colonialismo europeo, al capitalismo occidentale e alle guerre americane  in Iraq e in Afganistan. Secondo me, invece, la radice vera e più profonda di quel terrorismo sta proprio in quella frase, in particolare nelle parole che ho sottolineato.

Detto questo, mi meraviglio che Franco Cardini abbia invitato a leggere il libro di Lewis le persone che desiderano conoscere l'opinione che i musulmani avevano di noi europei. Tutto il libro è infatti una smentita sistematica della sua tesi di fondo secondo la quale chi vede il rapporto tra le due culture in termini di contrasto è vittima di un malinteso. Se dovessi dimostrare la mia affermazione dovrei citare buona parte del libro di Lewis. Bastino queste parole inequivocabili presenti a pagina 198:

"Agli occhi degli eserciti ottomani in avanzata, l'Europa franca... rappresentava l'avversario naturale, che veniva a sostituirsi all'ormai defunto impero bizantino come emblema della cristianità, il secolare e archetipico avversario della Casa dell'Islam".

Sì, Lewis usa proprio l'aggettivo "archetipico" per specificare meglio qual era, per gli islamici, il nemico secolare contro cui consideravano un dovere combattere. Altro che malinteso! Mi viene spontaneo concludere facendo una domanda provocatoria: "Ma Cardini ha letto bene il libro di Lewis?".

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(Nota:  la formattazione delle citazioni è mia)


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