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Da Siena a Kabul


Il 18 settembre 2009 Giordano Bruno Guerri ha pubblicato nel suo blog un articolo con lo stesso titolo. Avrei voluto riportarlo qui ma, non sapendo se la legge sul copyright me lo consente, mi limito a riportare soltanto il mio commento. Potete trovare l'articolo di Guerri a questo indirizzo:  

http://www.giordanobrunoguerri.it/gbgblog/default.htm



 

I pacifisti in servizio permanente effettivo dimenticano sempre che oggi possono manifestare il loro punto di vista solo perché qualcuno in precedenza ha FATTO una GUERRA ed è morto per rendere possibile anche a loro la libertà di espressione. Si potrebbe dire volgarmente che sono commensali che mangiano “a sbafo” il cibo che altri hanno preparato con mille sacrifici e, per giunta, sputano anche nel piatto in cui mangiano. Mi limiterò a dire invece che peccano di coerenza e di sufficiente capacità di riflessione storica.

La morte dei sei soldati ci addolora tutti, è appena il caso di dirlo. Vorrei sottolineare però che ha diritto di esistere anche una concezione della vita che sceglie liberamente di mettere a rischio la vita stessa. Altrimenti non si capirebbero esistenze come quella di Patrick De Gagliardon o di Valentino Rossi. In questi casi gioca un ruolo importante anche il “conquibus”, certo, ma esso non è tutto, oltre questo c’è il gusto di mettere a rischio la propria vita. Gusto che rende più intenso il vivere. E ci sono anche altre cose come il senso del dovere e la convinzione di partecipare ad una impresa che si considera giusta. Solo così si possono capire le parole pronunciate da quei genitori che hanno detto di essere orgogliosi dei propri figli caduti.

C’è infine da fare un’altra considerazione che si riallaccia a quanto scrivevo in un precedente post. Le statistiche dell’ACI ci dicono che ogni giorno muoiono per incidenti stradali dalle 15 alle 20 persone, a seconda degli anni. Ripeto, ogni giorno, per tutto l’anno, tutti gli anni.

Perché nessuno si commuove per questo fatto ben più drammatico della morte di 6 soldati? Secondo me, il motivo sta nel fatto che le masse non sono governate dalla RAZIONALITÀ, ma dalla EMOTIVITÀ. Non è un’opinione, è una constatazione che dovrebbe indurci a riflettere su quello che Francesco Bacone non esiterebbe a definire un IDOLA cioè il tabù del POPOLO SOVRANO.

19 Settembre 2009 


 

Ascoltare i commenti dei giornalisti del TG 5 è desolante. A parte gli errori di lessico e di sintassi della lingua italiana, mi chiedo se esiste ancora un direttore della testata competente della lingua e del significato dei termini impiegati dai giornalisti. Ieri hanno definito i terroristi dell’Afganistan degli “insorgenti”. Hanno dimostrato così sia l’ideologia estremista e di parte sia l’ignoranza del significato del termine. “Insorgente” dà una patente di nobiltà e di rivolta morale e materiale contro i soprusi e le sopraffazioni.

Ascoltare i vari telegiornali per gli errori linguistici e le costruzioni irrazionali del discorso è un viaggio nell’orrore e nella ignoranza profonda di quei giornalisti.

23 Settembre 2009


 

Ermanno scrive:
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“Ascoltare i vari telegiornali per….. le costruzioni irrazionali del discorso è un viaggio nell’orrore e nella ignoranza profonda di quei giornalisti”.
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Non si potrebbe dire meglio! Pochi giorni fa un TG ha presentato questo titolo:

IL PRIMO MORTO PER L’INFLUENZA SUINA

Poi, subito dopo:

LA MORTE  E’ DA ATTRIBUIRE A PATOLOGIE PREGRESSE

27 Settembre 2009 

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