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La prima guerra civile italiana (1861-1870)


Il 6 giugno 2009 Giordano Bruno Guerri ha pubblicato nel suo blog un articolo con lo stesso titolo. Avrei voluto riportarlo qui ma, non sapendo se la legge sul copyright me lo consente, mi limito a riportare soltanto il mio commento. Potete trovare l'articolo di Guerri a questo indirizzo:   http://www.giordanobrunoguerri.it/gbgblog/default.htm



Non c’è dubbio, l’esercito piemontese, una volta diventato esercito nazionale, ha avuto la mano pesante nel contrastare il fenomeno del brigantaggio al Sud. Sia il brigantaggio vero e proprio sia quello di contenuto più propriamente politico. Ma la domanda che a me sembra interessante è: “Nell’immediato si poteva fare diversamente?”.

Altra domanda ancora: “La particolare ALLERGIA alla LEGGE che caratterizza le nostre regioni meridionali deve essere considerata l’EFFETTO della mano pesante dei piemontesi o è vero l’esatto contrario?”.

Allo stato nazionale creato dai piemontesi io farei piuttosto la stessa critica che più sotto faccio all’azione del prefetto Mori.

So benissimo che impostare la questione in questi termini, oggi equivale ad attirarsi immediatamente l’accusa di razzista. Ma il concetto di razzismo, quando inteso nel suo significato vero, implica necessariamente una componente BIOLOGICA che io invece escludo del tutto nel caso in questione. Non si tratta di determinismo biologico, quindi immodificabile, ma di CULTURA e di EDUCAZIONE quindi di fattori modificabilissimi. Basta esserne convinti e quindi volerlo.

In questi ultimi tempi ho il piacere di incontrare sempre più spesso meridionali che condividono la convinzione che C’È QUALCOSA DA MODIFICARE NELLA MENTALITÀ DI MOLTI LORO CONTERRANEI. Fino a pochi anni fa invece non si poteva toccare questo argomento con un meridionale senza vederlo reagire subito in modo risentito e offeso magnificando le magnifiche sorti e progressive del Sud: la Magnagrecia, Archimede e la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici inaugurata il 3 ottobre 1839.

Nonostante tutto, io sono ottimista perché la realtà finisce quasi sempre per essere più convincente di tante favole che ci raccontiamo per gratificarci. L’unico inconveniente è rappresentato dal fatto che, per modificare la mentalità di una popolazione, occorrono molte generazioni. Ma bisogna pur cominciare a farlo. L’essenziale è che se ne convincano gli stessi meridionali. A questo scopo credo risultino utilissime le parole del “napoletano” presidente della repubblica che recentemente (dicembre 2008), parlando alla “Fondazione Mezzogiorno Europa”, ha esortato i meridionali a sviluppare “UNA FORTE CAPACITÀ DI AUTOCRITICA E DI AUTORIFLESSIONE”.

D’altra parte, la pedagogia del bastone non funziona. Lo dimostra il sistema usato al tempo del fascismo dal prefetto Mori, il cosiddetto “prefetto di ferro”. Ripulì la Sicilia dai mafiosi in pochissimo tempo, ma non cauterizzò le radici presenti nel modo di pensare di molte persone. La conseguenza è stata che il fenomeno è subito ricomparso appena le condizioni storico-sociali tornarono ad essere favorevoli.

 

POSTILLA NON PRESENTE SUL BLOG DI GIORDANO BRUNO GUERRI

 

Conosco la solita obiezione che viene fatta quando si nomina il prefetto Mori: "Sì, sconfisse la manovalanza della mafia, ma Mussolini lo trasferì subito appena tentò di salire dal livello basso delle coppole a quello alto delle connessioni tra mafiosi e politici".

Mi sembra un'obiezione inconsistente per due motivi. Il primo è che non ha alcun riscontro documentale concreto, è solo un'ipotesi indimostrata. Il secondo motivo è ancora più decisivo del primo: il potere dei colletti bianchi della mafia scaturisce unicamente dalla PAURA prodotta dai picciotti che AMMAZZANO. La radice primaria del potere dei mafiosi è quella e soltanto quella. Tutti gli altri poteri di condizionamento della mafia sono "derivati" da quella radice. Ha capito ben poco chi va ripetendo che: "La mafia vera non è quella che sta in Sicilia, cioè quella delle coppole, ma quella dei colletti bianchi che stanno a Roma o Milano". I colletti bianchi possono comandare solo perché ti fanno AMMAZZARE se non sottostai ai loro ricatti. Nel migliore dei casi ti fanno bruciare il negozio o saltare in aria le macchine del cantiere. Quindi il potere vero della mafia sta nei suoi PICCIOTTI-KILLER. Una volta spariti quelli, i colletti bianchi diventano inoffensivi in quanto DISARMATI.

Tornando a Mori, pertanto, si può dire senza ombra di smentita che in Sicilia sgominò veramente l'esercito dei mafiosi. Non eliminò la mentalità mafiosa, è vero, ma questo non era compito suo.

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