Il politicamente corretto
Il 9 settembre 2009 Giordano Bruno Guerri ha pubblicato nel suo blog un articolo con
lo stesso titolo. Avrei voluto riportarlo qui ma, non sapendo se la legge sul copyright me
lo consente, mi limito a riportare soltanto il mio commento e quello di altri lettori.
Potete trovare l'articolo di Guerri a questo indirizzo:
http://www.giordanobrunoguerri.it/gbgblog/default.htm
Romano Badiali ha commentato:Consiglio caldamente la lettura del libro di Robert Hughes La cultura del piagnisteo. È un ottimo vaccino per chi non vuole ammalarsi di politicamente corretto e un efficace antidoto per chi ne sia stato già contagiato.
Credo anchio che lutilizzatore finale (doveroso tributo alla moda) del politicamente corretto sia spesso un ipocrita, ma non penso si possa dire la stessa cosa delle persone che in origine hanno concepito e partorito quella espressione. Mi sembra più probabile che sia nato, in buona fede, nella mente di quelle persone che ho cercato di descrivere in un mio post precedente cioè quelle che si sentono perpetuamente in lotta per sconfiggere il MALE ontologico anziché quello definibile in base ai semplici errori umani.
Quanto alla parola razzista, nel linguaggio quotidiano il suo significato è stato stravolto completamente, oggi sta ad indicare la condanna senza appello che viene emessa nei confronti di chiunque voglia proporre una valutazione delle persone che comporti DISAPPROVAZIONE. Lespressione giudizio negativo mi sembra giusta ma troppo generica.
Potrei mettere in evidenza la singolarità di un rifiuto della disapprovazione che per esprimersi ricorre ad una delle disapprovazioni MASSIME oggi di moda, insieme a moralista, fascista e via politicamente correggendo. Potrei farlo, anzi lho già fatto, ma mi sembra più interessante mettere in evidenza il nesso strettissimo che lega il RIFIUTO di ogni VALUTAZIONE e il RIFIUTO della figura del PADRE. Vale a dire una delle componenti fondamentali della cultura del 68. Tanto oramai lo sapete, io butto tutto in psicologia. Ma cè ancora qualcuno che crede veramente che le persone agiscano sotto la spinta degli interessi economici e non sotto quella delle EMOZIONI? Come se gli interessi economici non attivassero emozioni!
09 Settembre 2009
- I commenti dei lettori del Giornale:
il 09.09.09 alle ore 15:57 scrive:
Bene ha fatto GBG a citare La cultura del piagnisteo, della quale onestamente molti sono stufi da un pezzo. Ma non cambierà nulla, ne sono convinta, soprattutto in Italia, dove il piagnisteo è secolare attitudine nazionale. Indovinare comunque, please, chi in America ha inaugurato questa ennesima str***onzata,e chi nel mondo ed in Italia lha subito adottata.
il 09.09.09 alle ore 13:42 scrive:Caro Guerri, condivido totalmente lanalisi del suo articolo. La cosa più incredibile è che, per anni, ci hanno convinto che ciò che pensavamo (politicamente scorretto) era una cosa vergognosa oltre che non condivisa. Al contrario, ogni giorno di più, scopriamo che la maggioranza dei cittadini la pensa così ed ogni giorno di più acquisisce la consapevolezza di essere maggioranza nel paese. I cittadini sono stufi di questi unti che stabiliscono per grazia di Dio ciò che è bene e ciò che è male e ritornano a ragionare con la propria testa. Mi attendo grandi evoluzioni in positivo nel prossimo futuro. Grazie Bithos.
il 09.09.09 alle ore 12:57 scrive:
Politicamente corretto, sarebbe a dire ben amministrato e non conseguente ad una idea politca, ma una realizzazione in linea con i canoni del buon governo. Essere così derivisti da definire dei concetti astratti o rubricare comportamenti del genere umano con il politcally correct sarebbe come catalogare i gesti di ogni persona, di ogni parte del mondo, come educati o cafoni, senza tenere presente gli usi e la storia del precipuo luogo
il 09.09.09 alle ore 12:31 scrive:
Splendida e acuta penna, come sempre, quella di Giordano Bruno Guerri. Mi si consenta di aggiungere che anche il termine politcally correct è lesempio più lampante di eufemismo pseudo colto (in inglese, poi, che non guasta mai!), per non dire la parola più aborrita dallintellighentia nostrana, vale a dire conformismo: cosa cè infatti di più conformista e vacuo del politically correct? Nessuna opinione definita, nessuna presa di posizione precisa e coraggiosa, nessuna critica anche a ciò che è lapalissianamente sbagliato e contro il sentire comune. Idee fatte a macchina, acritiche e asettiche, quindi buone per tutte le ideologie e le stagioni politiche, che consentono di parlare a vuoto senza scontentare nessuno, per prendere i consensi di tutti.
il 09.09.09 alle ore 12:30 scrive:
Grande Oriana ci manchi tanto. Hai scritto grandi pagine della storia contemporanea. Con la Tua tagliente chiarezza e indipendenza, quanto hai infastidito gli intelettuali delle sinistre abili mistificatori delle verità. Ti hanno insultata dandoti della razzista solo perchè difendevi la tua e nostra cultura da altre, irrispettose, ambigue e anche pericolose. Era ora che i media ti collochino nel giusto piedistallo che ti spetta. Che le tue storie entrino finalmente nelle scuole. Un grazie allarticolo di G.B.G.
il 09.09.09 alle ore 11:58 scrive:
Il guaio è che a destra sono in troppi a subire, per conformismo o per viltà, il politicamente corretto. E invece, oltre a confutarne i postulati, occorre anche sapersene infischiare del politicamente corretto rimandando al mittente tutti gli anatemi che ne derivano.
il 09.09.09 alle ore 11:30 scrive:
Uno splendido articolo che non si può non condividere! La mia ammirazione e stima per G.B.G. uomo colto intelligente e sensibile, aumenta sempre.
il 09.09.09 alle ore 11:31 scrive:
Luomo libero non si preoccupa del politicamente corretto perchè, per lui, la sua verità è la sua bandiera e Oriana ne era e ne è un fulgido esempio, a parte il suo modo di esprimersi che può non andar bene per tutti. Scrivere politicamente corretto è come rifarsi allideologia e quindi ai protocolli che propone uccidendo così le nostre verità.
il 09.09.09 alle ore 11:12 scrive:
Sono daccordo con i contenuti espressi da Giordano Bruno Guerri, ma la mia opinione è che non sia necessariamente una minoranza a dettare le regole del politicamente corretto. Secondo me si tratta piuttosto di una maggioranza malata, complessata e stressata da uno stile di vita innaturale, che contribuisce ad inasprirlo con ulteriori paletti e regole (da questo punto di vista, il politically correct è un fenomeno strettamente connesso con liperproliferazione burocratica). Ci sono cose che non si insegnano né si impongono, come la cortesia e la sensibilità. Insegnarle significa spostare il loro contenuto ad un livello più astratto ed impersonale, dove fiorisce lipocrisia.
il 09.09.09 alle ore 11:01 scrive:Nascondere luso delle parole con espressioni formali che non cambiano di un millimetro la sostanza denota una spiccata voglia di illudersi di essere cambiati solo per aver cambiato nome per sentirsi "nuovi" senza aver fatto nulla (mi ricorda una certa classe politica italiana). Ora sono "diversamente giovane" ed ho visto tante nuove espressioni per indicare sempre la medesima cosa/persona/professione. Questo perché nel tempo quelle stesse nuove espressioni sono divenute non politicamente corrette, nella sostanza nessuno ha cambiato nulla e solo uno stupido (politicamente corretto) potrebbe non accorgersi. Ho imparato nella mia gioventù matura che non serve discutere con gli stupidi, primo lavrebbero vinta loro perché godono di più esperienza e poi potrebbe essere che non si noti la differenza tra me e loro.
9 Settembre 2009
- Michele ha commentato
In quei giorni sul Corrire se non sbaglio ci fu una replica alla Fallaci da parte di Tiziano Terzani. Mi piacerebbe sapere come mai tutti gli anni in questo periodo si tira sempre fuori la Fallaci e ci si dimentica di Terzani. Sicuramente lui era piu politically correct di lei e dette una propria visione dellargomento talmente opposta che secondo me meritrebbe di essere valutata e soprattutto ricordata.9 Settembre 2009
- Giacomo Brunoro ha commentato
Ricordo la risposta di Terzani e non mi sembrava affatto orientata al politicaly correct: semplicemente, al contrario della posizione espressa dalla Fallaci, era figlia di una visione del mondo positiva, un visione del mondo che metteva al centro la vita e lamore. Mancava completamente il livore che animava le posizioni della Fallaci e, forse, era un posizione che sapeva guardare più lontano.10 Settembre 2009
- Romano Badiali ha commentato
Michele dice che meriterebbe di essere ricordata anche la replica di Terzani alla Fallaci. Io la ricordo, era tutta intrisa di ARMONIA COSMICA, di AMORE UNIVERSALE, di PACE TRA TUTTI GLI UOMINI. Ideali bellissimi, peccato però che lui si trovava benissimo a predicarli, ma non li metteva in pratica. Infatti nel suo rifugio himalayano rifiutava di accogliere chiunque, perfino la moglie e il figlio, almeno fino agli ultimi tempi.
Senza contare poi gli immancabili schizzi di veleno lanciati contro la società occidentale, in particolare contro la società CAPITALISTICA americana (un must, come si usa dire adesso) alla quale però era ricorso per farsi curare il tumore!
Tutto il rispetto per chi non cè più, ma posso dire almeno che i toni da profeta preferirei venissero lasciati ai profeti veri?
Quanto ai toni usati dalla Fallaci, è vero, lei non andava tanto per il sottile quando partiva allattacco lancia in resta. Ma se vuoi svegliare qualcuno non puoi limitarti a cantargli la ninna nanna sottovoce.
11 Settembre 2009
- Mario Giardini ha commentato
Politically correct non significa solamente ipocrisia. È molto di più. E molto di peggio. Prendiamo il caso Boffo. Il politically correct forza tutti quelli che scrivono sullargomento a dire: "Non siamo contro lomosessuale. È una scelta perfettamente lecita". Concordo. Lo stesso policatically correct, però, nel momento in cui si parla di molestie, impedisce di approfondire largomento. Tantè che non ho trovato un solo articolo che dicesse (letteralemente): "Ma che stronzo, figlio di buona donna, questo frocio ultracinquantenne. Se la prende con una ragazzina di 22 anni. Perché lei non gliela dà? No, perché mira al fidanzato della ragazzina. E che ti fa, questo ingiuratore, vigliacco, direttore di santo giornale cattolico? La perseguita per mesi, telefonandole ogni oscenità, minacciandola, ingiurandola".
Il politically correct ti impedisce di qualificare queste molestie e luomo che se ne rende responsabile. Ti impedisce di dire, apertamente, che è una condotta spregevole, vigliacca, indice di un animo che definire miserabile è poco.
Il poltically correct ti impedisce di dire apertamente: "Querela? Ma quale querela. La pena è: 516 euro. Un milione delle vecchie lire. Sai che ti dico? Che questo frocio ultracinquantenne merita 516 legnate. E se io fossi il papà o il fidanzato o un amico di quella ragazza, gliele avrei suonate con una mazza da baseball, quelle legnate. Nessuno sarà mai dissuaso dallagire (o ripetere le azioni ) di Mr Boffo se la pena è 516 Euro. Ma da 516 legnate forse si".
La paura della pena non dissuade dal delitto? Bom. Sarà. Ma io, e chissà quanti altri miliardi di individui, sarei molto più soddisfatto di propinare a tutti i boffi di questo mondo 516 legnate, invece di 516 euro di multa. Ma non si può dire.
E non si può neanche domandarsi: "Ma fu lunica volta? O quante altre volte questo spregevole individuo si è comportato nello stesso modo?". Enno. Non si può. Totally, fully uncorrect.
Eppoi. Il politically correct impedisce di dire: "Ma come, la CEI, cioè linsieme della conferenza episcopale italiana, quei signori che da 2000 anni rompono i coglioni con la morale, tipo non desiderare la donna (pardon, in questo caso, luomo di donna) daltri si tiene il miserabile cinquantenne frocio alla guida del suo giornale? Non crea qualche problemino ai signori dalla coppola viola? No?". No. Infatti, la notizia circolava, ma Mr Boffo era tranquillamente insediato sulla sua poltrona e faceva la morale, di cui era privo, agli altri. Tanto per non far nomi: a Mr Berlusconi. Il quale cosa ti aveva combinato? Sera scopato un po di donne. Mica di uomini.
E cosa si rimprovera a Mr Berlusconi? Di scopare mentre, fra le altre cose, fa anche il presidente del consiglio dei ministri di questo paese miserabile che risponde al nome Italia. Ecché? Il Presidente del Consiglio non può scopare? No. Perchè il suo delitto è scopare una mignotta. Eggia. Mr Fiat portava allo stadio mignotte appariscenti, e nessuno diceva bah. E Mr Berlusconi non può scoparsele, queste mignotte, a casa sua? Nein.
Il politically correct ti impedisce di vedere anche il sole. Maccome? Qualunque di queste giovanotte darebbe via il culo per essere presentata al nipote del cugino di terzo grado del custode della villa di Macherio. E quando qualcuna finisce nel letto grande di un padrone di tre televisioni, e lo racconta, teleguidata da altri, tutti a scandalizzarsi? E a pensare che il vecchio satrapo paghi per le mignotte? O sappia che di mignotte si tratta (nel senso: che prendono soldi per scoparselo) ?
Quelloceano di fanciulle illibate che popolano le televisioni sono proprio questo, sostiene il politically correct: fanciulle illibate. Non licet pensare diversamente, cioè che di mignotte trattasi, pronte a tutto, tutto avendo già fatto.
Allora, cosa è questo politically correct? Solamente la sbandata di coglioni di sinistra che, non sapendo fare, si illudono di fare cambiando nome ai mali del mondo?
No. Peggio, molto peggio. È foderarsi con prosciutto gli occhi della giustizia, delletica, dellonorabilità, delle pene che meritano certi comportamenti delittuosi. Purtroppo.
È lestremismo foderato di moderazione e buoni propositi. Sono in Brasile da un anno circa. Qui il 70% delle donne comincia a scopare a 12-13 anni. Qui, per combattere la prostituzione infantile, che è altra cosa, hanno approvato una legge detta sulla pedofilia. Se ti scopi, tu maggiorenne, una che ha 17 anni e 364 giorni, rischi 15 anni di galera. Non importa che questa una sia già madre di tre figli di padre ignoto. Tu vai in galera comunque.
Ecco, queste sono le conseguenze del politically correct.
11 Settembre 2009