TR00243A.gif (2486 byte)

 

L'Italia ha paura della scienza?


Il 25 settembre 2009 sul blog di Giordano Bruno Guerri è comparso un articolo con lo stesso titolo. Avrei voluto riportarlo qui ma, non sapendo se la legge sul copyright me lo consente, mi limito a riportare il mio commento e quello di alcuni altri frequentatori del blog. Potete trovare l'articolo a questo indirizzo:  

http://www.giordanobrunoguerri.it/gbgblog/default.htm



 

 

Ho detto forse. Essendo un fatto culturale e sociologico è certamente modificabile. Purtroppo, non è lavoro di una sola generazione. E occorrerebbe invertire la rotta. Cosa di cui non si vede il minimo indizio.

2 Ottobre 2009 


 

Per Mario Giardini:

Non è lavoro di una sola generazione, certo, però bisogna cominciare. Penso che anche tu sarai d’accordo che si comincia lanciando un seme e lasciandogli il tempo di germogliare. Poi il seme germogliato genera altri semi che a loro volta…..

Questo lavoro di crescita esponenziale oggi è enormemente facilitato dallo strumento che stiamo utilizzando in questo momento cioè Internet. Una volta le idee circolavano lentamente perché bisognava SPOSTARE nello SPAZIO o il loro supporto cartaceo o le persone che le diffondevano. In più, pochi sapevano leggere. Oggi invece basta un clic su un pulsante per farle arrivare in capo al mondo in un baleno. Poi, con pochi altri clic, le stesse idee possono arrivare a un numero enorme di persone.

Quello che conta è scrivere e trasmettere idee che sappiano convincere, più un altro requisito che consiste nell’essere capaci di proporre agli altri vite vissute in COERENZA con le idee che si professano. La seconda condizione è un po’ più difficile da realizzare, specialmente nell’Italia dei furbi.

2 Ottobre 2009

Torna all'indice

Blueline.gif (1408 byte)

 

Home Page